LINFOADENOPATIA (LINFONODI INGROSSATI) e METODO FREQUENCY™
23 Marzo 2023Dai videogiochi al trattamento dei sintomi infiammatori
24 Maggio 2023E’ risaputo che l’intestino è il nostro secondo cervello, e spesso problematiche dell’intestino possono influenzare le funzioni cerebrali, innescando dei meccanismi di squilibrio nelle aree corticali deputati alle funzioni primarie, come nel caso del controllo del movimento, nella malattia del parkinson.
La connessione tra le malattie del colon e il Parkinson sembra essere un tema crescente nella ricerca scientifica. Studi recenti hanno dimostrato che le persone con disturbi del colon, come la sindrome dell’intestino irritabile, la colite ulcerosa e la malattia di Crohn, hanno un rischio più elevato di sviluppare il Parkinson. I ricercatori non sono ancora sicuri del motivo esatto per la quale avvenga questa connessione tra disturbi gastrointestinali e Parkinsonismo.
Alla base di questo studio vi sono alcune teorie che spiegherebbero la connessione tra malattie del colon e Parkinson.
Una teoria è che i batteri nel tratto digestivo possono influenzare la produzione di alcuni neurotrasmettitori, come la dopamina, che è coinvolta nella regolazione del movimento. Un’altra teoria è che alcuni disturbi intestinali possono causare un’infiammazione cronica che può avere un impatto sui neuroni nella parte del cervello responsabile della regolazione del movimento, il che a sua volta può contribuire allo sviluppo del Parkinson.
I ricercatori stanno anche esaminando la possibilità che i disturbi gastrointestinali possano causare una carenza di vitamine e minerali che possono essere importanti per la prevenzione del Parkinson. Ad esempio, alcuni ricercatori hanno scoperto che le persone con una carenza di vitamina B12 o un malassorbimento, hanno più probabilità di sviluppare la malattia.
Infatti Gli scienziati stanno anche esaminando l’impatto dei farmaci utilizzati per trattare alcuni disturbi gastrointestinali. Alcuni farmaci, come gli inibitori della pompa protonica, sono stati collegati ad un maggiore rischio di sviluppare il Parkinson.
Una equipe di ricercatori danesi hanno identificato più di 76 mila soggetti con diagnosi di patologia intestinale infiammatoria nel periodo 1977-2014 e li hanno confrontati con soggetti di pari sesso ed età appartenenti alla popolazione generale.
Hanno rilevato che i soggetti con patologie infiammatorie dell’intestino presentano un aumento significativo del rischio di sviluppare la malattia di Parkinson del 22% rispetto a chi non soffre di tali patologie. Per quanto riguarda le varie patologie infiammatorie, l’aumento del rischio di parkinsonismo era significativamente più elevato nei soggetti affetti da colite ulcerosa (+35%), mentre non lo era nei soggetti con morbo di Crohn (+12%).
Questi risultati sono in linea con la teoria che una prevalenza di flora batterica intestinale (microbioma) che promuovono infiammazione rappresenti una causa della malattia di Parkinson.
La ricerca ha dato frutti grazie all’aiuto di tecniche neuroradiologiche avanzate, dimostrando che la malattia di Parkinson si può dividere in due varianti, Una nasce nell’intestino e di lì si propaga fino al cervello: attraverso le connessioni neurali. Per altri, la malattia inizia nel cervello e si diffonde verso l’intestino e altri organi, come il cuore.
Il Parkinson è caratterizzato da un lento deterioramento del cervello dovuto all’accumularsi di alfa-sinucleina, una proteina che danneggia i neuroni dopaminergici in specifiche aree cerebrali. La conseguenza di ciò porta a quel camminare lento, rigido e tremolante che tanti associano a questa malattia. Lo studio ha mostrato che alcuni malati presentavano danni nel sistema cerebrale della dopamina prima che si manifestassero danni nell’intestino e nel cuore. In altri le scannerizzazioni rivelano danni nel sistema nervoso dell’intestino prima che fossero visibili problemi a livello della dopamina nel cervello.
METODO FREQUENCY™ e CHINESIOLOGIA SENSORIALE™
In questo caso come possono intervenire il metodo frequency™ e la chinesiologia sensoriale™?
Metodo Frequency™
Col metodo frequency™ si interviene sui problemi legati al colon, mediante i dispositivi applicati sull’addome si permette di stimolare, mediante la frequenza di riferimento, il riequilibrio e controllo della funzione intestinale, nello specifico del colon, da un lato, e dall’altro mediante un’altra specifica frequenza, la riduzione dell’infiammazione cronica dell’intestino.
Si effettuano dalle 4 alle 8 sedute, nell’arco di due mesi, i tempi variano a seconda se bisogna prima ridurre l’infiammazione intestinale o direttamente intervenire sul riequilibrio della funzione intestinale.
Chinesiologia Sensoriale™
il trattamento proposto dal Dr. Giovanni Peduto mira principalmente a migliorare 4 aspetti:
- DOPAMINA:
stimolazione della dopamina attraverso l’ascolto di frequenze sonore e cromoterapia per la stimolazione delle aree cerebrali deputate al rilascio di dopamina;
- POSTURA:
esercizi per il miglioramento dell’attività muscolare deputata all’equilibrio;
- COORDINAZIONE:
riduzione del tremore e coordinazione dei movimenti attraverso esercizi di scrittura fine (pregrafismo, ecc.) ;
- ESPRESSIVITA’:
esercizi di mimica facciale per migliorare l’espressività del viso.