METODO FREQUENCY™ e LINFONODI INGROSSATI
13 Settembre 2023PARKINSON, CHINESIOLOGIA e SUONO
20 Ottobre 2023MORBO DI CROHN
Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica dell’apparato digerente e può colpirne, con distribuzione segmentaria, senza una zona precisa, qualsiasi sezione dalla bocca all’ano. Più comunemente, il morbo di Crohn interessa l’ileo terminale (porzione finale dell’intestino tenue) o il colon.
I sintomi dipendono dall’area interessata e possono essere alquanto vari e differenti da un paziente all’altro; tra i più comuni, si segnalano dolori addominali, diarrea, vomito e perdita di peso.
Le cause del morbo di Crohn sono sconosciute, ma è dimostrato che le alterazioni derivano da una inappropriata e continua attivazione del sistema immunitario della mucosa intestinale.
L’insorgenza del morbo di Crohn può essere ricondotta a tre fattori interagenti tra loro: un fattore genetico (chiamato NOD2 che è alterato), un danneggiamento dei tessuti per una reazione immunitaria innescata dai batteri della flora del tratto gastrointestinale, e vari fattori ambientali.
Riguardo alla microflora, negli individui sani la mucosa intestinale è in uno stato di infiammazione controllata (fisiologica); scopo di queste reazioni è la formazione di anticorpi IgA (Immunoglobuline A), che si legano ai microrganismi e rendono facile la loro eliminazione da parte del sistema immunitario. Nel morbo di Crohn, invece, l’infiammazione non è più controllata e provoca lesioni tissutali.
Tra i fattori ambientali troviamo l’impiego di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), che possono provocare delle recrudescenze; il fumo di sigaretta, inoltre, aumenta il rischio di sviluppare la malattia.
Nelle sezioni coinvolte dal morbo di Crohn le alterazioni infiammatorie interessano tutti gli strati della parete intestinale, provocando ispessimenti della stessa ed ulcerazioni. L’infiammazione tende, a volte, a propagarsi fino ai linfonodi vicini.
Il tessuto colpito dalle lesioni provocate dal morbo di Crohn tende ad andare incontro a necrosi, per cui la mucosa può ulcerarsi e possono formarsi delle fistole; queste, a loro volta, possono mettere in connessione due anse intestinali oppure possono addirittura aprirsi in altri organi (vescica, uretere, vagina) od anche all’esterno intorno all’ombelico o cicatrici.
Il processo infiammatorio causato dal morbo di Crohn, altera i meccanismi di assorbimento di diverse sostanze, solitamente viene compromesso il riassorbimento dei sali biliari, che avviene soprattutto nell’ileo terminale, per cui si verifica una perdita di queste sostanze, che normalmente stimolano il riassorbimento dei grassi alimentari, con conseguente comparsa di steatorrea (grassi nelle feci). Inoltre i sali biliari legano il calcio; ne deriva che un loro deficit provoca un aumentato rischio di sviluppare calcoli per un esubero di calcio circolante libero. Si può instaurare anche il malassorbimento di alcune vitamine, soprattutto la B12, la D e la K.
Di regola si verifica diarrea, dovuta al ridotto assorbimento dei sali biliari nell’ileo, al malassorbimento dei carboidrati (che la provocano richiamando acqua nell’intestino).
Il dolore insorge spontaneamente, è sordo, continuo e si accentua alla palpazione; in questa sede è frequente la percezione di masse “a salsicciotto” irregolari e dolenti. Il morbo di Crohn si caratterizza anche per la presenza di diarrea (3-4 scariche al giorno), con feci semiliquide o acquose, ma senza presenza di sangue visibile (anche se frequenti sono gli episodi di sanguinamento occulto), talora con steatorrea.
Il Metodo Frequency™ come interviene sul Morbo di Crohn?
Come abbiamo letto il morbo di Crohn provoca infiammazione e alterazioni della mobilità e assorbimento intestinale soprattutto a carico dell’intestino tenue e del colon, a tal caso andremo a lavorare su due fattori, l’infiammazione e lo squilibrio intestinale.
Il soggetto viene prima di tutto sottoposto ad un esame di palpazione per controllare quale area dell’addome presenta rigonfiamento e conseguentemente dolore; a questo punto si applica il dispositivo sulla zona dolente con la frequenza denominata Antalgica, questo step va ripetuto per una un paio di sedute al fine di ridurre l’infiammazione per poi proseguire il trattamento con sedute dalle 2 alle 4 che permettono mediante la frequenza denominata Colon, in questo caso vengono utilizzate le cuffie per ascoltare la frequenza inviata al dispositivo in tal modo la frequenza ascoltata stimolerà l’area del cervello in connessione con il colon.
Il primo effetto è una riduzione del dolore e dell’infiammazione e successivamente un riequilibrio nella consistenza delle feci. Lo stato di riassetto e normalizzazione in media dura da 5 ai 7 mesi per poi ripetere un ciclo da 5 sedute.